A più di una settimana di distanza, continuo a ripensare ai giorni trascorsi in Portogallo, faticosissimi dal punto di vista fisico, ma emotivamente leggeri e spensierati. I portoghesi mi sono sembrati un po’ introversi e scostanti, mentre Lisbona e le sue stradine colorate mi sono apparse subito così familiari da credere di essere già stata lì. Chissà quanti altri luoghi ci ho rivisto dentro.
La prima impressione è quella di una città dall’aspetto apparentemente arretrato, che conserva fortemente le sue tradizioni e che ha saputo trasformare il suo fascino decadente in una vera attrazione per i turisti, che negli ultimi anni si riversano in questa capitale cosmopolita con la voglia di perdersi tra i suoi quartieri pittoreschi.
La malinconia è da attribuire al fado, (dal latino fatum, destino), un genere di musica popolare tipicamente portoghese della città di Lisbona che potrete ascoltare in spettacoli teatrali o in giro per i locali notturni di Cais do Sodré e Bairro Alto. È proprio in questa zona che io e i miei amici abbiamo deciso di affittare uno splendido appartamento di Airbnb, dal design scandinavo, semplice e lineare.
Il quartiere è centralissimo, vicino un po’ a tutto: la stazione Rossio (da visitare anche solo per la straordinaria architettura) dove prendere il treno per raggiungere la torre di Belém, Sintra, Cascais e le altre località vicine. A piedi, perlustrando la città tra salite e discese continue (servono scarpe super comode!), si può passeggiare per i vicoli e andare alla scoperta di ristorantini, librerie o negozietti vintage dal sapore autentico, fare merenda al Cafè A Brasileira con un pastél de nata e osservare la scultura dedicata al poeta portoghese Fernando Pessoa.
Il tram 28 porta i visitatori a fare un ampio giro della capitale, che può durare anche un’ora e mezza. Una volta scesi, alla fine della corsa, muovetevi in direzione dell’Alfama, un quartiere storico che si sviluppa in verticale, con una parte alta e una bassa, e in mezzo una quantità indefinita di casette colorate arroccate sui vicoli in pendenza, che spesso ospitano opere di street art.
Case popolari con i panni stesi ad asciugare, edifici signorili in stile manuelino e azulejos da immortalare per tornare a casa con un vero e proprio collage di ceramiche spettacolari dipinte a mano.
E poi ci sono i miradouros: dovete già sapere che per raggiungerne uno qualsiasi, suderete parecchio e quando penserete di essere arrivati in cima, girando l’angolo vi troverete davanti altre scale. Il panorama però merita tantissimo, quindi sarà un sacrificio cui lancerete anatemi solo per pochi minuti.
Il proprietario del nostro appartamento ci ha consigliato di andare al Miradouro da Senhora do Monte: chi, come me, è assuefatto di tramonti sul mare, a volte non ci fa più neanche caso, ma vedere questa città e i suoi tetti colorati spalmarsi davanti ai propri occhi è uno spettacolo irrinunciabile per chi si trova a Lisbona di passaggio.
Non dimenticate di:
- assaggiare la Ginja, o Ginjinha, un liquore a base di amarena, tipico di Lisbona. In centro ci sono tanti bar e locali dove si può ordinare un cicchetto di questo dolcissimo liquore e acquistarne magari una bottiglia come souvenir;
- mangiare i pastéis de nata, meglio se a Belém dove ci sono quelli originali, dato che sono nati lì;
- andare al mercato coperto Time Out, dove potrete scegliere tra tantissimi tipi di cucina differente;
- mangiare un qualsiasi piatto a base di bacalhau;
- portare in valigia una sciarpa e un giaccone pesante per la sera perché l’escursione termica non perdona;
- andare in Pink Street per la movida notturna;
- bere un drink e ballare musica dei primi anni duemila al Pensao Amor, un ex bordello dall’atmosfera intrigante e sensuale, dove potreste anche decidere di farvi leggere le carte;
- visitare il Museo Coleccao Berardo, che contiene esposizioni e collezioni di opere d’arte moderna e contemporanea dei più importanti nomi del secolo scorso (Picasso, Warhol, Dalì, Mirò, Duchamp, Ray).